Valutazione Rischio Radiologico

Oltre che per il paziente, sono stati valutati i rischi:

       - per chi presta assistenza

       - per le persone del pubblico

       - per l’operatore TRSM

Con i parametri tipici di un esame di “torace al letto” (es. 80 kV 3 mAs) ad altezza petto si hanno i valori di diffusa riportati in figura. In particolare già ad un paio di metri la radiazione diffusa (ancora meglio con camice piombato) è estremamente limitata.

L’utilizzo del camice piombato, come evidente, limita di almeno un fattore 10 la radiazione diffusa (es. a 50 cm da 3.6 a 0.36 mSv).

Si prendono in considerazione la componente relativa alla radiazione primaria e alla radiazione diffusa conoscendo i rendimenti e le distribuzioni di radiazione primaria di un tipico portatile per grafia (come quello in dotazione, HF 40).

Nei locali adiacenti alla stanza del paziente, sempre a parità di condizione operative, considerando una distanza media dalla parete di circa 2 metri ed uno spessore della parete stessa di circa 14 cm di mattoni forati (fattore di trasmissione pari a 6·10-4), otteniamo una dose di circa 0.04 µGy per scatto nella stanza accanto. Tale dose è dell’ordine di 1/10000 della dose prevista per la popolazione ai sensi del D.Lgs 230/95 e s.m.i.

Per quanto concerne i rischi da radiazioni:

       - I rischi per l’operatore sono stimati su un carico di lavoro di max 10 esami alla settimana e ad una distanza di 2 m dal paziente e con camice piombato, un valore annuo di dose di 40 µGy. Tale dose è da suddividersi tra i vari operatori che effettueranno le prestazioni.

       - Con le medesime ipotesi di carico massimo previste per l’operatore la dose massima stimabile alla persona che assiste risulta essere minore di 10 µSv per scatto, quindi molto inferiore al vincolo di dose di 3 mSv come definito dal D.Lgs 187/00. Resta inteso il divieto di permanenza durante l’esecuzione dell’esame di minori e donne gravide.

       - Per il pubblico il caso più sfavorevole (sull’asse del fascio) trascurando l’attenuazione del fascio dovuta all’interazione con il paziente, si ha una dose di circa 0.0025 µGy per scatto. Anche tale dose è di molto inferiore alla dose prevista per la popolazione ai sensi del D.Lgs 230/95 e s.m.i.